TOILETPAPER è una rivista di sole immagini creata nel 2010 dal noto artista contemporaneo italiano Maurizio Cattelan e dal celebre fotografo pubblicitario di fama internazionale Pierpaolo Ferrari, ormai conosciuto in tutto il mondo per le sue collaborazioni con importanti agenzie e brandinternazionali (tra le tante citiamo: Saatchi&Saatchi, Nike, Mercedes, Campari, Sony, Alitalia, Emporio Armani, Kenzo, Maison Kitsune. ndr) .Frutto di un’immaginazione contorta e visionaria e di un’ironia di gusto surrealista, le fotografie di ogni numero sono una sequenza ben orchestrata di tableaux vivants presentati con la perfezione dei pittori fiamminghi o dei servizi di moda per riviste patinate. In una recente intervista, Pierpaolo Ferrari descrive così questo progetto:

«ToiletPaper è come sedersi a tavola con ipotetici parenti del Meridione. Un pasto intenso fatto di 23 audaci, genuine, inaspettate portate. Un viaggio olfattivo cromatico e temporale in un mondo spaventato dalle diete».

E a proposito di tavola, di recente TOILETPAPER è approdato con le sue immagini spiazzanti anche su oggetti casalinghi, grazie alla collaborazione con Seletti Design e Gufram (la quale produce mobili pop con pezzi ironici e iconici del design esposti nei musei più importanti in tutto il mondo. ndr). Ma questa è solo una delle tante collaborazioni realizzate da Cattelan-Ferrari.

Photo by Maurizio Cattelan and Pierpaolo Ferrari for Toilet Paper Magazine #4 (toiletpapermagazine.com)

Questo progetto senza eguali è nato in modo spontaneo da una banale domanda sorta un giorno ai due artisti: “Perché non facciamo un qualcosa di nostro invece di lavorare solamente per gli altri?”.
La risposta la conosciamo: la creazione di TOILETPAPER, un art magazine che ha l’ambizione di unire, in modo inedito e originale, il linguaggiodell’arte contemporanea (rappresentato da Cattelan) ai codici della pubblicità e dell’universo del fashion (ambiti in cui è maestro il fotografo Ferrari).

TOILETPAPER è un mix, tanto sapiente quanto sarcastico, di fotografie senza testo o didascalia che evocano performance e campagne pubblicitarie, accanto a riferimenti pop-dada-surrealisti, ossessioni sessuali, oltraggi al limite dell’osceno, suggestioni e ambiguità di ogni tipo. Con questo progetto, Cattelan e Ferrari lanciano una tacita (ma esplicita) sfida alla critica d’arte contemporanea, con una buona dose di auto-ironia e cinismo, segni distintivi dei due autori. TOILETPAPER può allora essere letto come una proposta (per niente indecente) di far fruire l’arte in modo diretto, ad un pubblico sempre più vasto e trasversale. Come Andy Warhol con le sue serigrafie “Campbell’s Soup Cans”, Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari cercano di rendere – in modo spregiudicato e visionario, certo – l’arte davvero POP(-olare) e raggiungere il maggior numero possibile di lettori.

Ma come interpretare l’arte di Maurizio Cattelan, uno degli artisti più conosciuti a livello mondiale e co-fondatore con l’amico e collega Pierpaolo Ferrari di questa rivista fuori dagli schemi? La sua creatività irriverente -in bilico tra genio e follia -spesso non viene capita fino in fondo, anche perché l’artista non fornisce mai una spiegazione univoca sul senso delle sue opere. Una ricetta infallibile per decriptarlo non esiste, proprio come non esite un’unica e sola risposta o interpretazione corretta alle sue creazioni. Le possibilità sono molteplici, ma un buon modo per approcciarsi alle sue opere – tanto quelle esposte nei musei che pubblicate su TOILETPAPER – è analizzarle su tre livelli:

– Il primo, di puro gusto personale, rispondendo alla domanda “quest’immagine mi piace oppure no?”.

– Il secondo, invece, di tipo più analitico, cercando di individuare i diversi significati impliciti nelle immagini, i riferimenti alla storia dell’arte ole critiche alla società contemporanea che vi si celano.

– Il terzo è mandare tutto a fanculo risolvendo semplicemente la questione con la tipica frase “A me l’arte contemporanea fa cagare!”

Se hai scelto la seconda opzione: cerca di capire assieme a Wakapedia il BEHIND THE SCENE del TOILETPAPER!

Wakapedia: Perché la vostra rivista si chiama TOILETPAPER?

Maurizio Cattelan:Il nome TOILETPAPER è una trovata geniale:non è arte, non è fotografia, è semplicemente carta igienica! E cosa ti viene in mente quando dici carta igienica? E’ un oggetto universalmente noto ma che può essere ironicamente interpretato in due modi opposti:la carta igienicaè una cosa di nessun valore, ma al tempo stesso di essenziale necessità per chiunque, ricchi e poveri!

Wakapedia: Ah ora capisco! Pensavo fosse una perversione di voi artisti sulla scatologia!

Pierpaolo Ferrari: Perchè voi giapponesi amate la scatologia?

Wakapedia: Ma che schifo! Direi voi europei amate la scatologia! Anche Wolfgang Amadeus Mozart era fissato con la scatologia! Ah avevo sentito che anche quell’artista nipponico… CAMBIAMO ARGOMENTO! Le realizzazioni di design di TOILETPAPER – come quelli in collaborazione conSeletti – ad esempio – sonodelle opere arte nella piena accezione del termine “POP”?

Maurizio Cattelan: Sono piuttosto degli oggetti di design, non opere d’arte! Questi prodotti di merchandising – per usare il termine pubblicitario – sono pensati per vivere con leggerezza, fantasia e stravaganza! Sono oggetti d’uso quotidiano che ricordano molto l’estetica POP, sia per il loro carattere iconico che surreale… chiamiamoli oggetti pop-reali”… anche la portinaia di casa tua potrebbe usare uno dei nostri oggetti!

Wakapedia: Ok allora domani vado giù a Maria a consegnarle una tazza di TOILET-Seletti! Sentite, noi di Wakapedia conosciamo bene come vengono realizzati gli shooting di TOILET, ma spieghiamo anche a nostri lettori come vengono create queste immagini.

Pierpaolo Ferrari: All’inizio c’è un’idea, poi sviluppiamo quest’idea tramite degli scenari quanto più veritieri, usiamo spesso modelli o attori ma cercando di essere il meno artificiali possibili. Durante la produzione teniamo sempre in considerazione la i riferimenti simbolici appartenente alla nostra cultura italiana. Pensiamo che sia poi compito dello spettatore stesso quello di cogliere tali simboli e di interpretare le immagini in base al proprio background. Siamo sempre stati interessati a trasporre le immagini di TOILETPAPER nella vita reale, ad applicarli su oggetti concreti (come ad esempio tazze, magliette, borse in stoffa, etc., ndr). Crediamo sia una soluzione ingegnosa per far vivere l’arte al di fuori della cornice – o della pagina stampata – ma non è l’unica. Da poco abbiamo terminato un progetto con la casa automobilistica tedesca BMW eper il futuro stiamo creando delle collaborazioni con marchi di abiti e accessori di moda. Grazie a queste sinergie in ambiti più commerciali,mi posso permettere il lusso di progetti che avrei avuto delle remore a fare in campo artistico.

Per capire il meccanismo alla base di TOILEPAPER, è importante sottolineare che innanzitutto questo magazine nasce come un prodotto e, come tale, deve avere il fine imperativo di vasta distribuzione e la più ampiapenetrazione del mercato.

Maurizio Cattelan: Creando cose esteticamente d’impatto! Il nostro obiettivo per TOILEPAPER è che diventi un vero e proprio brand, mio e di Pierparolo. Se un giorno faremo una borsa Vuitton con il marchio TOILEPAPER sarà la prova che il mondo del lusso si può fondere con quello più irriverentedell’arte. Quando, e se arriverò a questo livello, avrò raggiunto il mio scopo: trascendere la rivista stampata in qualcosa di più grande e astratto.

Wakapedia: Quindi state emulando un po’ l’artista nipponico Takeshi Murakami o l’americano Jeff Koons ?

Maurizio Cattelan: Personalmente non voglio confondere e mescolare questi due livelli. Per esempio, non ho mai pensato di far diventare il mio Papa un’icona pop (l’artista si riferisce alla sua opera La Nona Ora che rappresenta Giovanna Paolo II schiacciato da un meteorite, ndr). Anche se oggi lo possiamo ritrovare in ambiti diversi, come ad esempio sulla copertina di un libro, o nella sigla di una serie televisiva (“The Young Pope” di Paolo Sorrentino, ndr), metterlo su delle tazze mi sembrerebberidicolo.

TOILETPAPER rappresenta per me e Pierpaolo un marchio che ci permette di fare quello che artisti come Murakami ed Hirst fanno con le loro opere. Non so se questo sia un limite, però il risultato è lo stesso. Quindi possiamo dire che si, c’è una similitudine di intenti però noi abbiamo
separato separato l’arte dal merchandising.

Wakapedia: Però tempo fa ci hai regalato il carillon dell’opera L.O.V.E. raffigurante dito medio che gira intorno a sé!

Maurizio Cattelan: Si, per mandarvi a fanculo!

Wakapedia: Che frase romantica con tanta sodomia, sia in senso attivo che passivo! Se proprio ci tieni!!

(risate)

Description & Interview: Sara Waka

Edited by: Federica Forte & Elisa Da Rin

Photo: Pierpaolo Ferrari