Casa Italia, il quartiere generale degli Azzurri durante le Olimpiadi Tokyo 2020 (23 luglio – 8 agosto 2021), è stata ospitata presso la “The Kihinkan – Takanawa Manor House”, una splendinda villa in stile liberty di inizio Novecento situata nel quartiere tokyoita di Minato, a circa 10 chilometri dal Villaggio Olimpico e dal Main Press Centre.

A Tokyo, Casa Italia è stata innanzitutto la casa degli atleti dell’Italia Team, punto di ritrovo, di svago e di celebrazione di medaglie e record. Ma è anche stata una media factory prolifica, dedicata alla produzione di contenuti che hanno permesso di vivere in diretta le storie e le vittorie degli atleti e di conoscere i valori degli sponsor e dei partner che hanno sostenuto gli Azzurri in questa grande avventura.

Il concept centrale dell’edizione di Casa Italia x Tokyo 2020 era Mirabilia, termine ispirato alle stanze delle meraviglie tra il 16° et il 18° secolo, dove i collezionisti riunivano pezzi d’arte e oggetti naturali senza una gerarchia precisa, con lo scopo di stupefare i visitatori. A Casa Italia la meraviglia pervadeva ogni spazio, con architetture, opere d’arte e creazioni di design uniche che hanno permesso di esportare e valorizzare le tradizioni, l’arte e l’artigianato del Bel Paese nel cuore della capitale giapponese. Le creazioni decorative e funzionali firmate de celebri artisti e designer si susseguivano: come nella prima sala le delicate Rose chair Getsuen, poltrone concepite dal designer giapponese Masanori Umeda per Edra, che celebrano l’arte giapponese dell’ikebana; o nel ristorante di Casa Italia, gli splendidi tavoli in cristallo Starlight di Glas Italia, vere e proprie istallazioni artistiche disegnate da Tokujin Yoshioka, autore della Torcia Olimpica per Tokyo 2020

Nato come sede di rappresentanza e accoglienza ai Giochi Olimpici di Los Angeles 1984, Casa Italia è diventato negli anni molto di più, alle Olimpiadi Tokyo 2020  è stato una dimora di famiglia per lo staff e gli atleti e una vetrina per l’eccellenza italiana, non soltanto sportiva ma anche artistica e creativa.

Wakapedia’s Casa Italia

Nonostante quest’anno col Covid l’organizzazione delle Olimpiadi di Tokyo sia stato un delirio, col dubbio fino all’ultimo momento di un’annullazione e con delle misure sanitarie drastiche (niente party né discoteche, un’edizione monacale!), l’esperienza di Casa Italia è stata un enorme successo. Vero e proprio concentrato d’italianità nel cuore di Tokyo, Casa Italia è stata, come il nome lo indica, una casa per tutti gli atleti olimpici italiani, gli organizzatori del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), i giornalisti, ma anche per tanti visitatori – ambasciatori, presidenti… – e anche per noi di Wakapedia! È infatti in questa “villa delle meraviglie” che abbiamo trascorso due settimane indimenticabili, circondati da opere d’arte e design eccezionali e da persone che incarnano il talento e la passione italiana allo stato puro (é vero, non ce la tiriamo!).

Oltra a una sede di rappresentanza, Casa Italia è stata per gli atleti un importante punto di ritrovo e di svago dopo il lungo isolamento nel Villaggio Olimpico e lo stress delle gare. Dopo le competizioni, l’ultimo giorno delle Olimpiadi, è a Casa Italia che gli sportivi – spesso molto giovani e gasatissimi – si sono ritrovati per rilassarsi, divertirsi, scaricare la tensione e – ammettiamolo – sbronzarsi un po’ (ma sempre con moderazione, ovvio!). C’era una sorta di atmosfera da Casa del Grande Fratello, con gossip, flirt, amori nascenti… ma ovviamente non faremo nomi!

Oltre alle comode camere d’albergo decorate con gusto, Casa Italia aveva un ottimo ristorante (dove ci siamo abbuffati varie volte, ci sogniamo ancora la pasta al sugo!) gestito dagli chef Fabio Pompanin (del ristorante “Al Camin” di Cortina) e Graziano Prest (del “Tivoli” a Cortina), un bar, una sala col biliardino (quante partite indimenticabili a fine giornata!), una stanza immersiva con maxischermo per rivedere le competizioni e le premiazioni (come fossimo al cineme Imax!), una press room per accogliere i più grandi media italiani… insomma, tutto il necessario per vivere le Olimpiadi di Tokyo in modo 100% made in Italy. È stata per noi una bellissima esperienza fatta di nuovi incontri, amicizie e collaborazioni lavorative stimolanti. Abbiamo adorato il team romano (molto caciarone per noi Milanesi!), la squadra di scherma e i numerosi atleti con cui abbiamo condiviso momenti indimenticabili. Siamo fieri di come l’Italia, nonostante i casini vari legati alla pandemia e alla comunicazione (complicata!) con gli organizzatori Giapponesi, sia riuscita a costruire la più grande e spettacolare sede olimpica per i suoi connazionali a Tokyo. Alla faccia di chi dice che in Italia siamo tutti fannulloni, tié!

Per celebrare il talento italiano di queste Olimpiadi (ma anche per soddisfare la nostra art director Giulia Bison, grande appassionata di surf!) abbiamo deciso di intervistare Leonardo Fioravanti, 23enne romano (l’accento non mente!), il primo surfista a rappresentare l’Italia in questa disciplina che era per la prima volta ai giochi olimpici di Tokyo 2020 (new entry come lo skateboard).

Intervista Leonardo Fioravanti

Wakapedia: Ciao Leo! È la prima volta che il surf è alle Olimpiadi. Come ti senti a essere il primo che rappresenta l’Italia in questa disciplina?

Leo: Sono contentissimo, penso che il fatto che il surf sia alle Olimpiadi aiuterà molto a far conoscere e apprezzare questo sport a tanti giovani e famiglie, in un paese dove si parla sempre e solo di calcio. Per ogni atleta le Olimpiadi sono una consacrazione e vincere une medaglia olimpica è un traguardo straordinario. Éstato bellissimo vedere per la prima volta tre surfisti sul podio olimpico, anche se allo stesso tempo ho provato una grande rabbia e delusione di non esserci anche io. Mi avrebbe fatto piacere portare une medaglia a casa per il nostro paese, ma sono le prime Olimpiadi della storia del surf ed è comunque stato un onore per me partecipare e rappresentare l’Italia. In ogni caso ci saròdi certo per riprovarci alle prossime edizioni!

Wakapedia: Ci speriamo tutti, visto che sei l’unico italiano a fare surf alle Olimpiadi, contiamo su di te! Quando e come hai cominciato a fare surf?

Leo: Ho cominciato a fare surf in un piccolo paese fuori Roma che si chiama Cerveteri, più precisamente in uno stabilimento balneare dove i miei genitori mi hanno portato fin da piccolo: Oceansurf. Con mio fratello maggiore Matteo siamo cresciuti facendo surf con un piccolo gruppo di surfisti super affiatati che ci hanno trasmesso la loro passione. Questo sport mi ha portato in giro per il mondo, è stata una scuola di vita indescrivibile, un sogno diventato realtà!

Wakapedia: E il cliché degli italiani che surfano male e vengono bullizzati è vero per te?

Leo: No, non è vero, prima di tutto perché un Italiano che si fa bullizzare non penso esista! (risate) Di sicuro un surfista italiano è completamente diverso dal tipico Brasiliano, Australiano o Americano… ma io sono cresciuto nel monde del surf quindi mi sento parte del gruppo dei surfisti professionisti a livello internazionale e anche loro non mi vedono come il piccolo surfista italiano ma come un atleta al loro livello.

Wakapedia: Ora sei riconosciuto in tutto il mondo per il tuo talento, ma per arrivarci hai  avuto difficoltà?

Leo: Quando avevo 17 anni mi sono infortunato alle Hawaii e ho avuto bisogno di circa 46 mesi di convalescenza. Sono dovuto tornare in Europa e subire un intervento chirurgico piuttosto serio; é stato un periodo duro, era la prima volta che mi capitava un incidente grave e non ho potuto fare surf per 5 mesi. Pensavo di impazzire. Ma durante quel periodo, mi sono reso conto di quanto fosse importante per me il surf. Ho fatto tutto il possibile per diventare più forte e tornare sulla tavola velocemente. C’è un motivo per cui le cose accadono. Senza questa esperienza, sono sicuro che la mia vita non sarebbe la stessa oggi. L’infortunio mi ha reso più forte e mi ha dato ancora più voglia di andare avanti e superare gli ostacoli per raggiungere l’obiettivo che mi ero fissato, magari anche oltre!

Wakapedia: Incredibile! Anche io una volta ho avuto un incidente che ha cambiato i miei piani. Una settimana prima delle riprese per un film importante, sono andata in discoteca. Diciamo che ero un po’ troppo carica quella sera, sono caduta e mi sono rotta una gamba! Ho pianto nel letto d’ospedale dicendo “E’ la fine del mondo!”. Invece ho comunque girato il film e la gamba rotta mi ha dato un tocco più originale! Come dici tu, tutto accade per un motivo… anche gli eventi negativi! Senti, ma come fai a entrare in una grande onda senza paura?

Leo: Per me, più grandi sono le onde, più è eccitante! Sotto sotto sono un po’ spaventato, ma provo soprattutto tanta adrenalina che trasforma la paura in eccitazione. Amo davvero questa sensazione e mi piace assaporarla ogni volta come fosse la prima! Ne vado pazzo. E superare la paura è molto importante nella vita, no? È fondamentale saper controllare le proprie angosce, quando non si puo’ evitarle.

Wakapedia: Certo, quando la paura diventa brivido e adrenalina, ci permette di superare varie difficoltà nella vita. Ci incontriamo a Tokyo, quindi domanda di rito: cosa ne pensi del Giappone?

Leo: Il Giappone mi piace tantissimo, è un posto fighissimo e stilosissimo, si mangia benissimo. La cultura giapponese è unica.

Wakapedia: E le onde giapponesi?

Leo: Mah, sono onesto, le onde del giapponesi non sono un granché, ma abbiamo avuto fortuna per la gara. “Mejo de niente” come si dice a Roma! (risate)

Wakapedia: Ho sentito dire che viaggi per il mondo alla ricerca delle onde migliori, dalle Hawaii a Biarritz, nel Sud Ovest della Francia; ti manca la tua famiglia?

Leo: Le Hawaii, dove vado molto spesso, sono ormai la mia seconda casa; e il mio amore, Sofia, è lì. Non riesco a incontrare facilmente la mia famiglia a Roma e mi manca molto, ma faccio il lavoro che sognavo sin da quando ero piccolo. So di essere fortunato. Penso che non ci sia vita migliore per me e quando voglio ottenere qualcosa davvero, sono pronto a fare qualche sacrificio.

Wakapedia: Quando ti senti solo, ricordati che sei sempre il benvenuto a “Casa Italia”! Non vediamo l’ora di vederti alle prossime Olimpiadi!

 

Description & Interview: Sara Waka

Edited by: Federica Forte