Nata nel 1984 nella prefettura di Nagano, Miwa Komatsu è una delle più promettenti artiste giapponesi contemporanee. Ha cominciato la sua carriera professionale con la stampa su rame “49 giorni”, realizzata quando era ancora una studentessa alla Joshibi University of Art and Design di Tokyo. Si è poi cimentata nella pittura acrilica, nella lavorazione della porcellana Arita-yaki (tecnica tradizionale giapponese della zona di Arita) e nella pittura dal vivo, creando opere sul tema degli dei, delle bestie sacre e della mitologia. Nel 2015, la sua scultura in porcellana “Arita Komainu” (“Bestia Guardiana del Cielo e della Terra”) – esposta al Chelsea Flower Show, un evento di giardinaggio organizzato dalla Royal Horticultural Society – è entrata a far parte della collezione permanente del British Museum a Londra, una vera consacrazione per un’artista emergente. Nel 2019, la sua opera in realità virtuale “Prayer = INORI è stata nominata nella categoria VR alla 76a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e ha ricevuto consensi internazionali. La sua installazione artistica sul tema dell’armonia tra l’umanità e l’ambiente “Next Mandala – The Great Harmony”, è stato esposto al Museo d’Arte Taro Okamoto di Kawasaki dal 25 giugno al 28 agosto 2022, ha riscosso un gran successo; quest’ultima sarà presentata nel sito patrimonio mondiale dell’UNESCO Kanjoin, presso il Tempio Toji a Kyoto.

WAKAPEDIA’S MIWA KOMATSU

In una caldissima giornata di agosto, aspettavamo un treno sulla banchina di una stazione giapponese, gustando un gelato. Dopo aver sentito parlare molto della giovane e promettente artista Miwa Komatsu ed essere rimasti colpiti dalla sua visione misteriosa e sacra del mondo, eravamo decisi a incontrarla e intervistarla per Wakapedia. Ci siamo quindi recati ai Grandi Magazzini Hankyu Umeda dove era presentata, fino al 19 settembre 2022, la sua mostra “Miwa Komatsu – Spiritualità e Mandala“. Abbiamo avuto il privilegio di assistere a un suo live painting, un vero e proprio rituale che è iniziato con una seduta di meditazione. La sua performance è stata selvaggia e intensa, il che era difficile da immaginare all’inizio, quando abbiamo visto entrare questa ragazza docile e graziosa, una di quelle che beve thè matcha in eleganti tazze di porcellana, per capirci.

Durante il live painting Miwa Komatsu applicava la pittura a mani nude sulla tela, gettava i tubi e i pennelli per terra, i suoi capelli e la sua hakama (abito tradizionale giapponese da cerimoniale composto da pantaloni larghi a pieghe e una tunica, entrambi di un bianco immacolato) erano sempre più macchiati da schizzi di pittura. Non solo lei stessa era un tutt’uno con la sua opera d’arte, ma anche il pubblico che la guardava si sentiva coinvolto; tutto sembrava collegato e parte di una nuova dimensione.

Dopo la performance, è finalmente arrivato il momento tanto atteso dell’intervista. Avvicinandoci a lei, siamo stati colpiti da come la sua bellezza giapponese, delicata e raffinata, il suo atteggiamento calmo e la sua voce gentile, contrastavano con l’acutezza del suo sguardo profondo. I suoi occhi brillavano di una luce particolare e intensa, dal suo corpo emanava un’aura misteriosa e mistica piena di energia. Ci ha fatto pensare a un’eroina dei film d’animazione dello studio Ghibli di Miyazaki! È stato appassionante ascoltare questa giovane artista che parla di arte, vita, morte e religione dalla sua prospettiva unica. Con un’artista così, l’intervista non può che essere una rivelazione. Leggetela e magari vi aprirà i Chakra!

Wakapedia: Ciao Miwa, non vedevamo l’ora di intervistarti! Possiamo dirti che ti troviamo… fighissima! Scusaci di essere cosi groupies!

Miwa Komatsu: (sorridendo timidamente alla giapponese) Grazie.

Wakapedia: Ci sono così tante domande che vorremmo farti, non sappiamo da dove cominciare. Puoi parlarci del tuo background? Abbiamo letto che il mondo mistico descritto nella tue opere è un mondo che tu vedi davvero, fin dall’infanzia; sei sempre stata sensibile alla spiritualità?

Miwa Komatsu: Quando ero piccola sono cresciuta circondata dai grandi boschi della regione di Nagano e ho avuto molte occasioni di incontrare gli spiriti e le bestie sacre che esistevano lì. A causa di questo “potere”, di questa mia sensibilità “paranormale”, i miei compagni di classe mi evitavano. Così, quando marinavo la scuola, mia madre mi portava a visitare delle gallerie d’arte e credo che quello sia stato l’inizio della mia passione per la pittura. Ricordo di aver pensato: “C’è un mondo oltre la pittura, la pittura può aiutare le persone a vedere l’invisibile, a guarire “.

Wakapedia: Wow, che infanzia incredibile! Noi all’epoca, invece degli spiriti, vedevamo i Pokemon… alla tv! (risate) Scherzi a parte, quando guardiamo i tuoi dipinti sentiamo che emanano un’energia misteriosa e ambivalente. Hai sempre disegnato i cosiddetti “animali sacri”?

Miwa Komatsu: Ho disegnato animali per molto tempo, ma solo a 18 anni ho iniziato a raffigurare le bestie divine. Sapevo di voler rappresentare attraverso la mia arte la vita, la morte e gli spiriti, ma non sapevo come dare forma a tutto ciò. Il punto di svolta è stata la morte di mio nonno, quando avevo 19 anni. Quando esalò l’ultimo respiro, vidi la sua anima uscire dal corpo. Questo è stato il fattore scatenante per me; ciò che non riuscivo a esprimere a parole è diventato un’immagine. E da lì è nata l’opera “49 giorni”.

Wakapedia: È una visione interessante e molto spirituale! Se siamo un’anima, possiamo cambiare forma e non abbiamo limiti come un corpo. Molti incontri quest’anno, soprattutto alla Biennale di Venezia, ci hanno fatto riflettere su questa nuova visione della natura umana, in continua metamorfosi ed evoluzione. Insomma, pensiamo sempre di più che la team Wakapedia era destinata a incontrarti! Cosa ne pensi dell’essere un’artista donna contemporanea?

Miwa Komatsu: Mi viene fatta spesso questa domanda, ma non mi riconosco come un’artista donna. È vero che il mio corpo fisico ha una forma femminile, ma credo che l’anima non abbia genere e che la natura, gli animali e gli esseri umani siano tutti uguali. Una delle cose importanti per me è nutrire e far crescere la mia anima attraverso la creazione artistica. Cerco di connettermi agli altri attraverso i miei dipinti, in modo da poter crescere insieme. Tuttavia, il fatto che le donne abbiano un utero, che è per me come uno spazio mistico per “creare la vita” con un’anima, è un aspetto meraviglioso che rende le donne molto potenti; credo che abbia molto a che fare con il mio lavoro.

Wakapedia: Una prospettiva interessante! Quali sono stati i cambiamenti nel tuo stile da quando ha iniziato a dipingere a oggi?

Miwa Komatsu: All’inizio dipingevo gli spiriti e ciò che vedevo nella natura. A vent’anni ho avuto problemi piscologici e ho sofferto di alopecia a causa dello stress. Ho vissuto a lungo in povertà, la mia alimentazione e il mio stile di vita erano inadeguati. Poi, verso i 30 anni, ho imparato a meditare in Thailandia e ho iniziato a farlo prima di dipingere. Da allora molte cose sono cambiate completamente. Grazie alla meditazione riesco a visualizzare e canalizzare meglio la mia energia interiore, a controllare le immagini e i colori che immagino. Mi sento interconnessa non soltanto con il mio Io più profondo, ma anche col mondo. Il mio universo sembra essersi “ampliato”.

Wakapedia: Wow, come sei saggia… e zen! Ci fai venire voglia di andare a prendere il tappetino da yoga! Oltre alla scoperta della meditazione e al superamento di momenti difficili, cos’altro ti ha portato al tuo stile attuale? Sappiamo che fai molte performance dal vivo. Queste esperienze hanno avuto un impatto significativo?

Miwa Komatsu: Il mio live painting al Lazzaretto Vecchio di Venezia è una delle esperienze che mi ha segnato di più, insegnandomi l’importanza della preghiera. È stata la prima volta che mi sono messa a piangere mentre dipingevo. Ho dipinto quest’opera in memoria di coloro che sono morti in quel luogo, ma anche per ringraziare l’Italia, paese a cui sono molto legata. Al di là di questo evento specifico, tutte le mie esperienze, tutto ciò che ho vissuto e imparato hanno contribuito a rendere la mia arte ciò che è oggi. Per me tutto è legato e interconnesso. Per dirla in modo estremo, credo che persino la scomparsa di una stella a decine di migliaia di anni luce, la presenza di un passante sul mio cammino o la semplice visione di un fiore che sboccia sul ciglio della strada abbiano avuto una qualche influenza su di me e sulle mie opere.

Wakapedia: Ogni esperienza ha il suo peso, nulla è sprecato insomma! Le tue opere sono molto spirituali, ci parli del tuo rapporto con la religione?

Miwa Komatsu: Prima di tutto, credo sia molto importante conoscere e rispettare la religione e le credenze di ciascuno. Personalmente mi rivendico SBNR (Spiritual but not religious” – Spirituale ma non religioso), quindi non seguo una religione specifica, ma mi interessa il buddismo thailandese e ho studiato la Torah con dei rabbini e degli psicologi ebrei e anche la Bibbia. Ricordo che una volta, mentre camminavo nel santuario Izumo Taisha (uno dei più antichi ed importanti santuari shintoisti del Giappone), ho visto una luce coi colori dell’arcobaleno che attraversava le nuvole. In quel momento, mi sembrava di essere in una delle scene raccontate nella Bibbia. Per me la religione o la denominazione di un culto non hanno molta importanza, è il sentimento spirituale in se’ che conta.

Wakapedia: Quali messaggi vuoi trasmettere attraverso la tua arte e come li esprimi?

Miwa Komatsu: Dalla Seconda Guerra mondiale viviamo in un’epoca di grande accelerazione. Le risorse della Terra hanno iniziato a scarseggiare e il pianeta ci lancia grida di allarme. Per me bisognerebbe passare dalla Grande Accelerazione alla Grande Armonizzazione. Persone, animali, insetti, pesci e tutti gli esseri viventi possiedono una preziosa scintilla di vita. Invece di fare distinzioni e diventare esclusivi, invece di discriminare, dovremmo riconoscerci a vicenda e vivere in armonia. Creo opere d’arte sperando che permettano alle anime delle persone di andare in questa direzione.

Wakapedia: La digitalizzazione sta progredendo nell’industria artistica e l’arte digitale fa sempre più parlare di sé. In quanto artista che apprezza la natura e la spiritualità, cosa ne pensi?

Miwa Komatsu: Sono stati gli esseri umani a creare l’arte digitale, anche i robot sono creazioni umane! Penso che d’ora in poi non saranno solo i creatori ad appropriarsi del digitale, ma anche il modo in cui lo spettatore percepisce l’arte sarà messo in discussione. Alcuni sono sensibili all’arte digitale, altri preferiscono quella “tradizionale” e “analogica”; ciascuno reagisce in modo diverso davanti a un’opera. Credo sia importante che ciascuno conosca i propri gusti e agisca di conseguenza, piuttosto che negare o affermare qualcosa in modo assoluto.

Wakapedia: Vorremmo che questa intervista non finisse mai, è appassionante! Ma questa è la nostra ultima domanda. Cosa significa “arte” per te?

Miwa Komatsu: Per me l’arte è una medicina che salva e guarisce il cuore e l’anima. Non importa se si tratta di arte digitale o tradizionale, quello che conta è spingere le persone a pensare, meditare, a conoscersi meglio e, perché no, a guarire dai loro traumi interiori.

Wakapedia: E noi che pensavamo di essere esperti di arte contemporanea; grazie a te oggi abbiamo visto le cose da un nuovo punto di vista…. mistico e fantastico, grazie! Insomma, incontrarti non è stata una semplice coincidenza, era destino!

 

Description & Interview: Sara Waka

Edited by: Federica Forte