Nato nel 1960 da una modestissima famiglia padovana, Maurizio Cattelan si trasferisce a Milano alla fine degli anni Ottanta, dove muove i primi passi nel design di casalinghi. Oggi Cattelan è uno degli artisti concettuali contemporanei più conosciuti al mondo. Famoso in Italia per il suo dito medio in Piazza Borsa a Milano (L.O.V.E.) per il cavallo appeso al muro (La Ballata di Trotsky) o ancora per il suo Hitler (HIM), battuto in asta a 17 milioni di dollari. Nel 2016 anche la Francia gli ha reso onore con una favolosa retrospettiva al Monnaie de Paris e nel 2017 lo vediamo protagonista del documentario “Be Right Back”.

Il debutto espositivo è nel 1991 a Bologna grazie al suo geniale biliardino gigante che incanta gli italiani. Nei successivi vent’anni di carriera artistica può annoverare numerose mostre personali in importanti gallerie italiane ed estere (Londra, New York, Parigi, Olanda..), partecipazioni a Biennali in giro per il mondo (Santa Fe, Shangai..) e a ripetute edizioni della Biennale di Venezia. Le sue opere dal carattere provocatorio e beffardo combinano la scultura con la performance, “happening”, con azioni di scomparsa, pezzi teatrali, testi-commento dissacranti ecc. Definito da alcuni critici come “uno dei più grandi artisti post-duchampiani della scena attuale”, oggi le sue opere registrano quotazioni esorbitanti in asta. Vive, inseparabile dalla sua bicicletta, tra Milano e New York, città che vede esposta la sua ultima opera shock: AMERICA, un WC in oro 100% funzionante installato al Guggenheim.

WAKAPEDIA’s  Maurizio Cattelan

Misterioso o timido? Spudoratamente egoista o generoso? Audace negli affari o con le donne? La personalità multi sfaccettata di Maurizio Cattelan ci intriga tanto quanto il suo modo di fare arte, caratterizzato da una forte critica alla società e da fantasie erotiche che si spingono al limite della perversione. Maurizio è sempre energico e spumeggiante come un ragazzino, veste sempre in modo casual e giovanile con magliette self-made e pantaloni skinny che mettono in evidenza le sue lunghe gambe. Dobbiamo sottolineare che l’apprezzamento di un fisico così è una fissa un po’ giapponese: il popolo nipponico, infatti, ama le persone con le gambe lunghe e la testa piccola. La cosa che rimane più impressa è indubbiamente il suo grande naso! Ad un feticista verrebbe subito voglia di toccarlo! Nel complesso Maurizio secondo noi è un giocattolo, e col suo modo di parlare spesso volgare o con allusioni al sesso, ce lo immaginiamo come un grande sex-toy vivente.

DICONO DI LUI:
“Ho fatto una tesi su Cattelan dopo esser andato ad una sua esposizione a Londra ed aver visto lo scoiattolo suicida…il concetto di far sparare ad un animale innocente mi è sembrata una cosa molto cruda. Mi piace Maurizio perché riesce a trasmettere il suoi concetti con un linguaggio semplice ma in grado di far riflettere molto.”
    Francesco Bocchini (Ex studente di arte contemporanea a Milano).

“Ho conosciuto Cattelan leggendo un libro di Nicola Brio dove Maurizio viene citato tantissimo. Poi, vedendo le sue opere, mi ha molto affascinato il fatto che esse fossero accettate nella società e nel mondo dell’arte. Ho capito subito che era merito della forte personalità dell’artista.”     Yu Takagi (ex studente di arte contemporanea a Tokyo).

“Maurizio è un vero influencer, niente a confronto con le bloggers sciacquine!”   Sara Waka (ex studentessa di Comunicazione nel Mercato dell’arte).

MAURIZIO CATTELAN, ILLUMINACI COME IL TUO CESSO D’ORO!

Per prima cosa dovete sapere che Maurizio odia le interviste e scappa sulla sua amata bicicletta ogni volta che cerchiamo di fargli l’intervista, ma questa volta l’abbiamo acchiappato…

Wakapedia: Guarda che ormai sappiamo tutte le tue mosse, evita di scappare!

Maurizio: Eh ma… devo andare dal dentista!

Wakapedia: Guarda che dal dentista ci sei andato ieri, non ci dire che devi andare a tagliare i capelli da Shin Ichi che ci sei andato due giorni fa, adesso ci racconti il tuo passato!

Maurizio: Ma perché? Il mio passato è noioso! Perché la gente deve sempre farsi i cazzi degli altri?

Wakapedia: Perché i cazzi degli altri sono più interessanti.

Maurizio: Allora, ho dei ricordi molto sfocati di quand’ero piccolo, ti posso solo dire che l’infanzia è stata il peggior periodo della mia vita… Ho distrutto tutte le foto in famiglia in cui c’ero io, praticamente non ho nessuna immagine di me stesso dal mio primo al diciottesimo anno. Forse realizzare tanti autoritratti è un modo per ritrovare quell’equilibrio riguardo al mio passato.

Wakapedia: Sei il solito artista contemporaneo che ha avuto dei traumi in passato?

Maurizio: Non necessariamente. Eravamo una famiglia non ricchissima, ai tempi il bagno non era in casa e mia mamma mi lavava una volta alla settimana con la stessa acqua che usava per lavare i panni. Però non ve la sto a menare che ero povero e triste, perché avevo tutto il necessario e non mi è mai mancato nulla. La mia famiglia era molto cattolica che non aveva nessun interesse per l’arte o la cultura.

Wakapedia: E invece il tuo rapporto con la scuola?

Maurizio: Non ho mai amato la scuola. La scuola non mi è mai piaciuta, anzi ha spesso rappresentato un problema per me: a 12 anni sono stato bocciato e più tardi non è andata meglio, dato che ho abbandonato il liceo per iscrivermi a una scuola serale che frequentavo svogliatamente. Ripensandoci, mi rendo conto che il sistema scolastico non mi ha trasmesso niente di quello che avrebbe dovuto, a parte insegnarmi a sopravvivere. Di certo non è la scuola che mi ha invogliato a essere artista!

Wakapedia: Che strano però! Una persona come te che si interessa di qualsiasi cosa non ha mai avuto voglia di andare all’università?

Maurizio: In realtà no! Un tentativo l’ho fatto, iscrivendomi ad architettura a Venezia… ma ho capito subito che non volevo spendere tutto il mio tempo lì!

Wakapedia: Quindi cosa hai fatto prima di fare l’artista?

Maurizio: Ho fatto di tutto, dall’infermiere, al netturbino, dalla donna delle pulizie dalla pulizia dell’obitorio!

Wakapedia: E come ti sei avvicinato al mondo dell’arte?

Maurizio: Nel periodo in cui facevo l’infermiere sono passato per caso davanti alla mostra di Michelangelo Pistoletto a Padova e sono entrato. Ero incuriosito dagli specchi ma al tempo stesso mi dava fastidio vedermi così riflesso in quelle opere d’arte!

Wakapedia: Oooolà! Finalmente ci hai raccontato un po’ del tuo passato. Ora ti faccio una domanda che veramente tu odi! Ahaahah! Ci vuoi raccontare delle tue opere?

Maurizio: Penso che il ruolo dell’artista sia di porre domande, non di fornire risposte, perciò lascio ai fruitori delle mie opere libera interpretazione. Aaahaha!

Wakapedia: Sei riuscito a scappare anche ‘sta volta alla domanda!!! Eccotene un’altra: nelle tue opere l’ironia usi molti la provocazione e l’ironia. Utilizzando i tuoi galleristi nelle performance metti in discussione i loro ruoli. Come dovrebbe funzionare il mondo dell’arte secondo te?

Maurizio: I lavori migliori sono quelli che ribaltano la prospettiva, quelli che vedi e sai che non sarai mai più come prima. La buona arte è l’arte che non ha paura di essere perfida. Quello che fa un’opera d’arte è estremamente semplice: tratta il famigliare come se non lo fosse. Questo permette all’artista di disegnare l’assurdità del mondo che ci circonda: esponiamo quello che era nascosto e questo porta stupore, e la sorpresa è solitamente mescolata all’assurdità. Come risultato abbiamo l’umorismo!

Wakapedia: Ah, sai Maurizio? Da quando sei entrato nella nostra vita, non sappiamo se in positivo o negativo, ma anche per noi le cose sono cambiate e ci hai aperto una quarta dimensione. Quindi questo vuol dire che tu sei un’opera d’arte ben riuscita?

Maurizio: ….

Wakapedia: … finalmente siamo riusciti a fare sta cazzo di intervista! Senti oggi a Milano piove, cosa vuoi fare, vuoi andare al cinema?

Maurizio: Ho già visto tutti i film che sono in sala.

Wakapedia: Allora cosa vuoi fare?

Maurizio: Eh ragazze, dai, sapete cosa mi piace!

(risate)

Description & Interview: Sara Waka

Edited by: Elisa Da Rin

Foto: Pierpaolo Ferrari

Zeno Zotti@Maurizio Cattelan’s Archive