“Dysfunctional” o il sottile confine tra arte e design, poesia e funzione in mostra alla Ca’ d’Oro a Venezia

Ogni due anni, in maggio, collezionisti, artisti, curatori e appassionati di arte contemporanea accorrono da tutto il mondo a Venezia per tentare di decifrare le nuove tendenze della creazione artistica attuale attraverso i 79 partecipanti e i numerosi eventi OFF della Biennale. Vi presenteremo la nostra TOP dei padiglioni ufficiali in un prossimo articolo, ma oggi vogliamo concentrarci su una mostra del circuito OFF che ci ha particolarmente affascinato e ci ha trasportato in una dimensione dove i confini tra arte e design, poesia e funzione sono davvero sottili.

Parliamo di “Dysfunctional”, una mostra di collectible art-design organizzata dalla Carpenters Workshop Gallery e visibile fino al 24 novembre 2019 alla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro. Come suggerisce il titolo la mostra invita il pubblico a dimenticare la funzione per celebrare il potere dell’espressione artistica e di savoir-faireunici.

Nella stupefacente sede di Ca’ d’Oro – gioiello architettonico del gotico fiorentino affacciato sul Canal grande (occhi a cuore d’obbligo! ndr) – 21 artisti e designer della Carpenters Workshop Gallery creano un dialogo tra creazione contemporanea e patrimonio artistico. In un unico spazio, Vincenzo De Cotiis, Rick Owens, Maarten Baas, Nacho Carbonell e i Verhoeven Twins – per citarne solo alcuni – si confrontano con i grandi maestri dell’arte italiana e fiamminga come Andrea Mantegna, Van Dyck o Gian Lorenzo Bernini, presenti nella collezione di Giorgio Franchetti. E che dire? Il risultato è semplicemente straordinario.

Se il tema e le opere di questa 58esima BiennaleMay You Live In Interesting Times – ci sono parse alquanto cupe per il loro sguardo spesso pessimistico sulla precarietà e le numerose minacce che dominano la società contemporanea, “Dysfunctional” ci ha fatto vivere dei momenti di pura meraviglia e poesia, come fossimo in una bolla dove gioia e bellezza hanno ancora una ragione di esistere.

E parlando di bolle… l’opera per cui abbiamo avuto il colpo di fulmine è stata indubbiamente “Moments of Happiness” creata dai Verhoeven Twins in collaborazione con Maison Piaget (e non lo diciamo perché Piaget ci ha invitato, ma perché è una scultura davvero sublime!). Questi due designers olandesi (veri gemelli, se aveste il dubbio! ndr), visionari, eccentrici e giocherelloni, hanno installato sul tetto della Ca’ d’Oro delle meravigliose bolle di sapone di vetro iridescente che sembrano sul punto di scoppiare. Unendo poesia, tecnologia e un’incredibile abilità artigianale – punto in comune col marchio svizzero di orologeria e gioielleria Piaget – i Verhoeven Twins rendono il sogno di molti bambini (noi inclusi! ndr) realtà: vedere un’effimera bolla di sapone – un “momento di felicità” – diventare tangibile e durevole nel tempo. In un battito di ciglia, l’artigianato dimentica la sua funzione e diventa pura poesia. Inoltre, la scelta del vetro borosilicato per le bolle, con le sue sfumature dorate – altro richiamo a Piaget? – aggiunge un tocco ancora più magico: tutta la città di Venezia si rispecchia in questa superficie iridescente, simboleggiando una fusione metaforica tra il presente dell’opera e la storia della città e dei suoi numerosi artisti.

Tra le altre opere che abbiamo apprezzato, come non citare “Inside a forest cloud chandelier” di Nacho Carbonell! L’artista ha trasformato la corte Cinquecentesca della Ca’ d’Oro in una grande foresta luminosa con il suo lampadario-scultura organica dalla texture scintillante, omaggio alle decorazioni dorate che ricoprivano nel passato le facciate della Ca’ d’Oro e di cui oggi non resta purtroppo che il nome. Ancora una volta, la funzione si eclissa per lasciare spazio alla magia; il presente abbraccia il passato.

Nello stesso modo, “Fragile future chandelier Venice Mantegna” di Studio Drift associa al celebre San Sebastiano di Andrea Mantegna (capolavoro del Rinascimento italiano che abbiamo studiato e venerato durante i corsi di storia dell’arte all’università! ndr) un’incantevole istallazione composta da centinaia di veri fiori di tarassaco trasformati in una delicata cascata di luci. Un’opera di grande eleganza e impatto visivo. Ancora un gran WOW!

Last but not least, ci ha molto divertito l’opera “Real Time XL” del designer olandese Maarten Baas: un grande orologio le cui lancette non sono altro che strisce nere di pittura tracciate dall’artista in tempo reale. Ogni minuto, Baas ferma il tempo per un istante in cui cancella la lancetta del minuto precedente prima di disegnare quella del minuto successivo. La sua opera rappresenta insomma alla perfezione l’idea di disfunzione in quanto “interruzione delle normali relazioni sociali”.

Un orologio che non sa indicare l’ora, una bolla che non vuole più scoppiare, una foresta che illumina invece di fare ombra… e se l’arte e la meraviglia si celassero proprio in queste dis-funzioni? Non siamo certi di avere la risposta, ma vi consigliamo senza dubbio di andare a vedere questa mostra per farvi un’idea!

Description: Sara Waka

Edited by: Federica Forte

Photo: Tomaso Lisca