Shanghai nuovo place to be dell’arte contemporanea? Tre mostre – alla portata di tutti- che ne sono la prova!

Shanghai è una megalopoli che vede e vive in grande. Con i suoi 24 milioni di abitanti è la città più popolata della Cina e del mondo. Capitale economica della Repubblica Popolare Cinese, Shanghai è il principale centro economico, finanziario e commerciale del paese. Ma non solo…

Soprannominata «La Parigi d’Oriente», Shanghai è anche una delle metropoli più alla moda d’Asia, animata da una scena culturale stimolante e in continua espansione. Ogni giorno è un susseguirsi di eventi, mostre e vernissage. La città pullula di spazi dedicati alla creazione artistica contemporanea – da musei quali il Rockbund Art Museum e il Yuz Museum al quartiere Moganshan Lu M50, una sorta di « Soho » shangainese che riunisce la grande comunità di artisti e talenti emergenti in vecchi edifici industriali riadattati a gallerie, studi, laboratori, bar e ristoranti. E come non citare la spettacolare Power Station of Arts – una centrale elettrica riconvertita in un centro d’esposizione di oltre 40.000 m2, che testimonia l’ambizione e il carattere visionario della politica culturale locale. Tuttavia, la Power Station of Arts è un caso isolato in quanto è il solo progetto ad essere stato finanziato dal governo. Tutti gli altri sono il frutto d’investimenti di grandi magnati cinesi: Adrian Cheng per il K11, Dai Zhikang per lo Shanghai Himalayas Museum, Liu Yiqian per il Long Museum. Il profilo dei « nouveaux riches » cinesi è sempre più legato all’arte contemporanea, come testimoniato dal recente boom di vendite in case d’asta come Christie’s e Sotheby’s. L’arte è vista come un investimento redditizio, uno strumento di auto-promozione, un’operazione di brand reputation. Ma al di là delle logiche di mercato, l’arte contemporanea a Shanghai è diventata una vera e propria moda che attira ogni anno milioni di turisti cinesi e stranieri provenienti da tutto il mondo.

Spazi futuristici, budget a sei zeri, progetti ambiziosi e mostre pensate per stupire… Shanghai sarà la nuova capitale dell’arte contemporanea ? Difficile dirlo con certezza, ma in ogni caso è diventata una tappa obbligatoria per gli appassionati d’arte e i semplici curiosi in cerca di mostre eccentriche e sorprendenti. La prova? Ecco tre esposizioni accessibili a tutti che testimoniano che Shanghai è il nuovo place to be dell’arte contemporanea.

« The artist is present »: l’ironia di Maurizio Cattelan allo Yuz Museum

Dall’11 ottobre al 16 dicembre 2018, lo Yuz Museum di Shanghai ha ospitato « The Artist is Present », una mostra curata dall’artista italiano Maurizio Cattelan, in collaborazione con il direttore creativo della maison Gucci, Alessandro Michele.

L’esposizione, il cui titolo fa riferimento alla celebre performance di Marina Abramović al MoMA di New York, ha riunito oltre trenta artisti di tutto il mondo le cui opere analizzano i concetti di imitazione, autorialità e della copia nel mondo dell’arte come “paradigma della cultura globale“. In analogia con la scelta del titolo, anche la locandina si ispirava apertamente alla performance omonima di Marina Abramović, ma con una sottile astuzia: nella gigantografia selezionata per annunciare l’apertura della mostra a Shanghai, il volto dell’artista serba viene sostituito da quello di un’altra donna che ne ricorda le sembianze fisiche. Plagio? Copia? O stratagemma volto a dimostrare come copiare possa essere considerato un nobile atto di creazione, caratterizzato dallo stesso valore artistico dell’originale? Il dibattito è aperto, come sempre quando si tratta di Maurizio Cattelan che, fedele a se stesso, ha scelto con sarcasmo di presentare una mostra sulla falsificazione proprio in Cina. Da una riproduzione della Cappella Sistina a una borsa Gucci fatta di Lego, le opere ludiche, colorate e instagrammabili, hanno divertito migliaia di visitatori. Anche bloggers e fashionistas asiatici, attirati dal nome del celebre marchio Gucci, sono accorsi numerosi e hanno avuto un assaggio dell’incredibile mondo dell’arte contemporanea.

« The Eternal Thread »: Louise Bourgeois, tra emozione e riflessione, al Long Museum West Bund

In mostra fino al 24 febbraio 2019 nello spettacolare edificio del Long Museum di Shanghai, « The Eternal Thread » è la prima grande esposizione monografica in Cina dedicata all’artista franco-americana Louise Bourgeois. La mostra offre una panoramica completa delle opere più celebri dell’artista che trattano in maniera approfondita e spesso autobiografica di temi come la sessualità, la famiglia e la solitudine, o ancora della condizione della donna moglie-madre. Tra le spettacolari installazioni esposte citiamo « Maman », gigantesco ragno di acciaio della serie « Spiders » che l’artista dedica alla propria madre, tessitrice e restauratrice di antichi arazzi nella manifattura di famiglia, già esposto nella Turbine Hall della Tate Gallery di Londra. Come indicato nel titolo, i temi del filo e della tessitura sono centrali nella produzione di Louise Bourgeois. Ago e filo, che la tradizione associa al lavoro domestico femminile, diventano nelle mani dell’artista simboli di riconciliazione, armi contro i demoni della separazione e dell’abbandono. Talvolta rappresentano una metafora della riparazione delle ferite del passato, talvolta una trasfigurazione del cordone ombelicale che unisce madre e figlio. Nelle sue sculture sospese, il filo è anche un simbolo della fragilità dell’esistenza… A Shanghai, le installazioni più gigantesche e spettacolari di Louise Bourgeois sono affiancate a opere più piccole e inquietanti. Queste declinazioni differenti di un’unica lettura esistenziale ed emotiva della vita e dell’arte sono messe in valore negli imponenti spazi espositivi in cemento del Long Museum. Una mostra emozionante che ricorda che l’arte contemporanea può – e deve – indurre a riflessioni profonde sulla società odierna e il nostro modo di vita.

« Mumbling Mud » : la coloratissima mostra immersiva di Katharina Grosse al Chi K11 Art Museum

« Mumbling Mud » è la prima mostra personale in Cina di Katharina Grosse, artista tedesca che utilizza la bomboletta spray come tecnica pittorica di predilezione. Dai muri dei musei ai tronchi d’albero, Katharina Grosse ha « invaso » con i suoi colori una moltitudine di superfici non convenzionali per creare delle opere d’arte site-specific. Aperta fino al 24 febbraio 2019, la mostra si suddivide in 5 sezioni e invita i visitatori a perdersi in un labirinto coloratissimo, immersivo e psichedelico. Appena entrati, ci si ritrova catapultati in uno spazio saturo di materiali da costruzione e mucchi di terra coperti da uno strato di pittura multicolore. I visitatori sono poi invitati a vagabondare tra le sale, seguendo le tracce di colore lasciate dall’artista durante la creazione delle installazioni attraverso il museo. In una sezione successiva, grandi lembi di tessuto sono appesi al soffitto. Le forme amorfe e multicolore con cui l’artista li ha ricoperti danno al pubblico l’impressione di esplorare una metropoli in continuo cambiamento, di cui è impossibile identificare i contorni precisi. Un omaggio a Shanghai, città sfuggente, colorata e dai mille volti? In ogni caso, una mostra in cui perdersi, ma da non perdere!

Description : Sara Waka

Edited by: Federica Forte