Dopo oltre dieci anni d’assenza, Maurizio Cattelan torna in mostra a Milano con un progetto immersivo ed esistenziale

Alle porte di Milano, nel quartiere Bicocca, si trova uno degli spazi espositivi dedicati all’arte moderna e contemporanea più impressionanti della capitale lombarda: il Pirelli Hangar Bicocca. È in questo imponente edificio – originariamente uno stabilimento industriale della società Ansaldo Breda poi acquisito dalla Pirelli nel 2004 e riconvertito in 1500 metri quadri di gallerie espositive – che Maurizio Cattelan, tra gli artisti italiani contemporanei più noti al mondo, presenta fino al 20 febbraio 2022 la mostra Breath Ghosts Blind. Wakapedia, groupie n.1 delle sue creazioni provocatorie e sempre attuali, non poteva non andarci!

Il progetto espositivo, che segna il ritorno di Maurizio Cattelan a Milano dopo oltre dieci anni (era ora!), si sviluppa come una narrazione in tre atti, scandita dalle tre opere – Breath, Ghosts Blind– concepite dall’artista come una rappresentazione simbolica del ciclo vitale, dalla creazione alla morte. Perfettamente integrata nell’architettura monumentale e solenne dell’Hangar Bicocca, che diventa essa stessa parte del racconto, questa mostra è atipica rispetto alle altre di Cattelan, perché non è pervasa dalla leggerezza e dall’ironia che lo caratterizzano, ma piuttosto da una grande maliconia. È un’esperienza immersiva ed emotiva che suscita riflessioni sulle grandi questioni esistenziali – dal senso della vita all’ineluttabilità della morte – e sugli eventi che hanno segnato la storia contemporanea. Questo progetto ci ha lasciato davvero a bocca aperta perché, conoscendo il personaggio burlone e sempre sorridente, è stato impressionante vedere questa parte oscura di lui esposta in modo cosí magistrale e in uno spazio tanto imponente.

Un percorso espositivo in tre atti

Appena entrati, i visitatori sono colpiti dalla scultura a grandezza naturale in marmo bianco di Carrara Breath, perfettamente messa in valore dal gioco di luci curato da Pasquale Mari. La scultura rappresenta un uomo – le fattezze del volto e il fatto che indossi un cappellino, accessorio feticcio di Cattelan, fanno pensare che sia un autoritratto di lui stesso! – in posizione fetale e un cane, entrambi distesi a terra l’uno di fronte all’altro. La scena, che ricorda altri soggetti emarginati già ritratti da Cattelan in precedenza, trasmette un senso di fragilità e solitudine, enfatizzato dalle dimensioni ridotte dell’opera situata nell’immensa Piazza dell’Hangar. L’utilizzo del marmo, materiale pregiato della scultura antica, contrasta con questa rappresentazione di miseria quotidiana e le conferisce un’aura di sacralità, collocandola in uno spazio senza tempo. Il titolo si riferisce al respiro che unisce i due personaggi, una funzione vitale tanto impercettibile quanto essenziale, che può animare anche il marmo.

Gli inquietanti spettatori di questa scena sono le centinaia di piccioni impagliati che il visitatore scopre poco a poco, dissimulati nell’architettura dell’ex edificio industriale. Si tratta dell’opera Ghost, nuova versione di un’installazione già presentata da Cattelan alla 47esima e alla 54esima Biennale di Venezia. In questo gioco di mimetismo, tra inquietudine e straniamento, i piccioni evocano la scena del film di Alfred Hitchcock, Gli Uccelli(1963), in cui i volatili osservano placidamente le loro vittime, appollaiati sui fili del telefono e sui cornicioni delle case, poco prima di attaccare.

La mostra si conclude con Blind, un grande monolite di resina nera attraversato da un aereo incastrato al vertice. Un’installazione che evoca chiaramente, come un fermo immagine, il tragico attentato dell’11 settembre alle Torri Gemelle di New York. Quest’opera imponente, sorta di monumento-memoriale lugubre, evoca i temi della morte e della tragedia collettiva. Il titolo inglese “Cieco” ha una duplice lettura: potrebbe riferirsi a tutti coloro che rifiutano di vedere le tragedie contemporanee, oppure potrebbe essere una critica ai politici che non hanno voluto vedere o evitare questo drammatico evento della storia occidentale contemporanea. Anche qui, dodici piccioni – come i dodici Apostoli – assistono immobili alla tragedia. Un dettaglio davvero ansiogeno che metto lo spettatore in uno stato di inquietudine e circospezione.

La mostra Breath Ghosts Blind – come tutti gli interventi artistici di Cattelan – non lascia indifferenti. Alla fine della visita si prova una sensazione strana di malessere e ci si sente assaliti da un sacco di domande esistenziali sulla solitudine umana, il senso della vita, la paura della morte… ma non è forse questo il ruolo dell’arte? Smuovere le coscienze, far riflettere, spingerci fuori dalla nostra comfort zone? Che dire, ancora una volta, Maurizio Cattelan ha colpito nel segno.

 

Edited by: Federica Forte