Happy Spring, mostra retrospettiva del collettivo di artisti giapponesi Chim↑Pom al Mori Art Museum di Tokyo

Nel cuore del futuristico Tokyo Roppongi Hills, all’ultimo piano della celebre Mori Tower, si trova il Mori Art Museum, un centro d’arte contemporanea che organizza mostre dai temi attuali e pressanti. È qui che, fino al 29 maggio 2022, il più radicale dei collettivi artistici giapponesi, Chim↑Pom, presenta la sua prima grande restrospettiva.

Nato a Tokyo nel 2005 e composto da 6 artisti, il collettivo Chim↑Pom é rinomato per le sue installazioni e performance politiche, provocatorie e con un forte messaggio sociale. Noi di Wakapedia abbiamo scoperto il loro lavoro nel 2018, al MAXXI di Roma. Essendo molto sensibili all’attività degli artisti giapponesi contemporanei – per la maggior parte ancora poco rappresentati e conosciuti al di fuori del Giappone – ci aveva fatto piacere vedere che un grande museo italiano offriva loro la possibilità di esprimersi in Europa. Non abbiamo quindi voluto perderci questa grande mostra al Mori Art Museum. Col titolo “Happy Spring”, gli artisti del collettivo vogliono esprimere un messaggio di speranza: la primavera, stagione di rinascita, arriverà dopo i tempi duri della pandemia e il potere dell’immaginazione trionferà sulle avversità.

Con un tono provocatorio e ironico, grave e divertente allo stesso tempo, le opere non convenzionali di Chim↑Pom stimolano la nostra immaginazione, analizzano alcune delle problematiche della società giapponese (ma con un linguaggio universale e comprensibile a tutti, stranieri inclusi!) e ci aiutano a intravedere un futuro migliore, in questi tempi ancora instabili.

Chim↑Pom《ヒロシマの空をピカッとさせる》2009年 Courtesy:ANOMALY and MUJIN-TO Production(東京)撮影:Cactus Nakao

Da Pikachu a Hiroshima, delle opere irriverenti e di grande attualità

La mostra riunisce 150 opere create in oltre 17 anni di carriera ed è divisa in varie sezioni che affrontano temi di grande attualità: dallo sviluppo urbanistico incontrollato di grandi città come Tokyo e le conseguenze che ne risultano – consumismo, povertà, pandemie… – all’influenza dei mass media e ai concetti di frontiera e spazio pubblico.

Alcuni dei loro interventi artistici più celebri sono ispirati a eventi tragici e momenti molto delicati della storia del Giappone ma trattati con umorismo e ironia. Celebre una performance del 2008 per la quale il collettivo ha noleggiato un aereo privato e scritto col fumo, nel cielo di Hiroshima, Pika, una onomatopea giapponese molto utilizzata nei fumetti, per descrivere lo scoppio accecante della bomba atomica durante la Seconda Guerra Mondiale. Quest’opera è stata pensata per sensibilizzare tutti quei giapponesi definiti HEIWA BOKE, parola che indica un parte della popolazione dalla mentalità ingenua o indifferente che nega i problemi e pensa di vivere in una bolla di serenità e di pace che nulla potrà disturbare.

Chim↑Pom 展示風景:「Chim↑Pom展:ハッピースプリング」森美術館(東京)2022年 撮影:森田兼次 画像提供:森美術館

Sempre legata a questa strage, un’altra opera che ci ha molto colpito per il contrasto tra il suo aspetto colorato e apparentemente gioioso e la sua storia drammatica, è “PAVILION” (2013/2022), un’installazione concepita come una grande piramide fatta di moltissimi orizuru multicolore (origami che rappresentano degli uccelli gru) e che la tradizione vuole siano un simbolo di pace. L’idea dell’opera nasce dalla storia di una bambina giapponese che soffriva di leucemia dovuta alle radiazioni della bomba atomica di Hiroshima. Questa bambina passava il tempo a fabbricare orizuru, sperando di guarire e di mandare un messaggio di pace. Da allora, la città di Hiroshima riceve ogni anno tantissimi orizuru da tutto il mondo. Ellie, una delle artiste di Chim↑Pom, dispiega uno a uno questi orizuru. Spetta ai visitatori della mostra ricostituirli per esprimere la propria volontà di ritrovare la pace. Gli origami ripiegati, ripartono poi a Hiroshima. Quest’opera partecipativa simbolizza il processo ciclico di creazione e distruzione della pace in cui siamo tutti coinvolti.

Più di recente, è la tragedia di Fukushima che ha spinto Chim↑Pom a immaginare un intervento artistico forte e concettuale. “Don’t Follow the Windè una mostra concepita nelle no-entry zone radioattiva di Fukushima, evacuata in seguito al terremoto e allo tsunami che hanno provocato un disastro nucleare nel 2011. Si tratta di una “mostra fantasma” in quanto non è visibile da nessuno e lo sarà soltanto quando la zona non sarà più radioattiva e quindi di nuovo ripopolata dagli abitanti. Inoltre, un mese dopo la strage, i membri del collettivo si sono resi a Fukushima in tute integrali anti-contaminazione e hanno documentato in un video la creazione di una nuova versione della bandiera giapponese: hanno disegnato con una bombola spray tre ali rosse intorno al simbolo del Sol Levante, trasformandolo cosí in un simbolo di avvertimento contro le conseguenze delle radiazioni.

Altre opere di Chim↑Pom sono meno concettuali e più Pop, come “Super Rat, soprannome dato dai giapponesi a una nuova razza di topi super resistenti ai prodotti derattizzanti. Nel 2006 il collettivo ha impagliato alcuni di questi topi e li ha dipinti per farli assomigliare a dei Pokemon Pikachu, esponendoli poi in stravaganti messe in scena e posizioni. Queste mascotte apparentemente infantili e divertenti possono avere in realtà vari livelli di lettura: da un lato allertano sulla prolificazione di questa specie tanto detestata in grandi metropoli come Tokyo (che su 37 milioni di abitanti conta oltre 200 000 ratti!); allo stesso tempo quest’animale è un simbolo positivo della presenza della natura in ambito urbano; o ancora, per la sua resistenza, può essere comparato al popolo giapponese che si sviluppa e ha imparato a sopravvivere nonostante le pandemie e le catastrofi.

Nell’universo caotico e distorto di Chim↑Pom  le contraddizioni e le tradizioni della cultura giapponese sono remixate in modo provocatorio e umoristico.  Dosando con maestria ironia e provocazione, divertimento e critica, il collettivo invita a riflettere su temi sensibili e controversi, eludendo la censura di una parte della società giapponese ancora pudica e conservatrice.

Una mostra che vi consigliamo caldamente di visitare se siete di passaggio a Tokyo questa primavera e un collettivo che vi raccomandiamo di seguire nelle loro mostre all’estero. Insomma, Stay tuned!

 

Edited by: Federica Forte