La Grande Bellezza è un film del 2013, vincitore del Golden Globe e al Premio Oscar, Bafta Awards e candidato a Cannes 2014 come miglior film straniero. Regia di Paolo Sorrentino: regista, sceneggiatore e scrittore napoletano, autore anche di: “Le conseguenze dell’ amore”, “Il Divo”, “This must be the place

-Sinossi– In una Roma barocca e seducente, Jep Gambardella è un giornalista sessantacinquenne con un passato da scrittore di un unico romanzo. La sua vita trascorre ora lenta, tra mondanità salottiera e feste cafone.  Un film-omaggio alla grande bellezza senza tempo della città eterna, ma anche al suo lato più grottesco, fatto di frivolezza effimera e decadenza.

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Tony Servillo (Jep), protagonista de La Grande Bellezza

PUNTO DI VISTA WAKAPEDIA

Non è una novità che Roma sia protagonista di pellicole sia nazionali che internazionali e il film La Grande Bellezza viene visto da molti critici come un richiamo al grande cinema felliniano. Sorrentino, però, si distacca dal maestro in quanto è riuscito a mostrare contemporaneamente sia la bellezza che la decadenza della capitale e l’ha fatto con un occhio lucido  e uno sguardo esterno, essendo lui di origini napoletane. Dal mio punto di vista, si possono trovare riferimenti a pellicole come: La notte di Antonioni e La Terrazza di Scola, soprattutto per quanto riguarda i vacui dialoghi tra intellettuali falliti e le feste notturne della Roma (sedicente) bene. Inoltre, si può rintracciare un fil rouge della cinematografia di Sorrentino: tutti i suoi protagonisti sono uomini sostanzialmente soli, una scelta forse inconsapevole frutto della perdita prematura del regista di entrambi i suoi genitori.  Altro tema portante è la morte, intesa sia a livello fisico che morale. Nonostante ciò, Sorrentino non rinuncia a far intravedere uno spiraglio di positività: in Jep sopravvive ancora una speranza di “rinascita” e riscatto attraverso l’inizio del suo attesissimo secondo (e ultimo?) romanzo. A livello tecnico, penso che Sorrentino si confermi un grande regista nei movimenti di camera, nel corretto uso della colonna sonora e nella perfetta fotografia.

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Alcune scene del film

L’INCONTRO CON LA GRANDE BELLEZZA

Tutto è iniziato così…

Sara Waka: Ciao Micol (un’amica di Sara, ndr), Ho ricevuto una chiamata dall’agenzia di Roma, mi hanno detto di presentarmi a Roma per un provino di un regista Italiano, conosci un certo Piero Sorrento? Un nome del genere… non so se valga la pena fare tre ore di treno per un casting ? 

Micol:  Ma tu intendi PAOLO SORRENTINO forse ????

Sara Waka:  Ah sì, mi sa quello!

Micol:  Scema! Vai subito!! 

E così parto per Roma per il provino del film LA GRANDE BELLEZZA.

Estate romana, 38° all’ombra, un caldo allucinante ed io seduta ad aspettare il mio turno fuori dall’ufficio della produzione Indigo Film, di fianco ad un signore che sembrava Leonardo Da Vinci e una signorona prorompente che pareva fosse uscita da un night club. Ero spaesata, ho seriamente pensato che fosse uno scherzo da Candid Camera rivolto a giapponesi ingenui. Poi scopro che quella pseudo-drag queen è in realtà un’attrice italiana conosciutissima negli anni ’80, Serena Grandi, mentre Leonardo Da Vinci è l’attore Giulio Brogi.

Finalmente arriva il mio turno. Un bizzarro signore dagli occhi azzurri e con dei capelli che sembrava gli avessero messo una bomba in testa mi chiede se avessi imparato la canzone «There must be an angel» e se sapessi ballare e cantare contemporaneamente. Io mostro quello che so fare e il signore dai capelli esplosi mi fissa compiaciuto con quei suoi intensi occhi blu e mi dice solo « Presa ! ». Esco soddisfatta e un po’ confusa dalla stanza e uno degli assistenti di regia, Giulio Cangiano, che stava registrando il provino mi dice:« Sai chi è lui vero ? » ; io scuoto la testa in segno di no e Giulio mi confessa che avevo conosciuto il regista in persona.

Sarò andata a Roma più di tre volte per scenografia, prova costume, prova quello prova questo…e per ben tre volte la produzione mi ha pagato il biglietto del treno, aereo, albergo, cibo e tutto il resto, e io per ripagare questa gentilezza cosa faccio? Mi rompo la caviglia sinistra, facendo festa una sera completamente ubriaca con i ragazzi del Toilet Paper al Plastic di Milano. E proprio una settimana prima delle riprese!

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La truccatrice e io (con annessa gamba rotta) prima delle riprese

Non rientra nei miei sogni diventare attrice, ma come esperienza mi ha sempre intrigato molto. Beh, in quel momento mi ero messa l’anima in pace, abbandonando l’idea di comparire nel film come figurazione speciale…

E invece…tre giorni dopo l’operazione Giulio mi chiama e mi dice: “Sara! Paolo ha detto che tu ci devi essere nella scena anche con la gamba rotta! Quindi ti aspettiamo a Roma questa settimana! Sono molto contento!”

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Sul set della mia scena – il cast e la troupe

Anche io sono contenta! ma vi assicuro che non è stato affatto facile prendere il treno Milano-Roma, dopo che per una settimana e mezzo di ricovero in ospedale l’unica camminata che avevo fatto con le stampelle era dal letto al bagno!

La mia scena si svolgeva presso le terme di Carcalla, in una casa privata con molte opere d’arte. Non avevo mai visto un set con così tanta gente. Poco dopo arriva il regista Paolo Sorrentino, alias l’omino coi capelli esplosi, che mi vede con le stampelle e mi dice: “Brava Sara che sei venuta!”; mi sorride e subito mi chiede: “Riesci a ballare con le stampelle, vero?” e rispondo con una punta di vergogna “Paolo sai, sono stata dimessa ieri dall’ospedale…” “Ah…e quindi non riesci a muoverti? volevo risponderli “vedi tu?” ma io li sono stata zitta. “Dai ora vedremo cosa fare con te…”. Poi si gira, vede un divano nero nella casa del collezionista e ha la geniale idea di farmi ballare sdraiata su quel divano.

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Carlo Verdone (Romano), Sara Waka, Toni Servillo (Jep)

E’ stato interessante partecipare a quella settimana di riprese e capire un po’ i meccanismi cinematografici, ma in tutta sincerità, spesso mi annoiavo terribilmente perché, avendo la gamba rotta, non potevo muovermi troppo e se mi alzavo per fare qualche goffo passetto, la produzione mi sgridava. Insomma, dovevo stare tranquilla tutto il giorno, come una bambina in castigo seduta sul divano. Un giorno si avvicina un signore con baffi e occhiali e mi chiede se il gesso della gamba fosse fatto apposta o no. Da lì abbiamo iniziato a parlare a lungo e ha allietato tanti miei momenti d’immobilismo…e poi ho scoperto che era Carlo Verdone. Carlo è stato veramente uno dei personaggi sul set che mi ha fatto compagnia, tanto da rimanere amici. E poi ho avuto modo di parlare anche con Toni Servillo, protagonista del film, che mi ha raccontato molto della sua passione per il teatro e per il mestiere di attore teatrale. 

Le riprese de La Grande Bellezza sono finite a Novembre, e dopo un’esperienza del genere sul set,  non vedi l’ora di vedere il film. Ma dovevo ancora aspettare parecchi mesi per vederlo sul grande schermo.

In quel periodo ricevo una chiamata dalla mia amica Micol: “Sara, cavolo mi dispiace tanto…ti mando il link di un video…”

Il video su Youtube s’intitolava “La Grande Bellezza che non vedete; SCENE TAGLIATE” e ovviamente vedo me proprio in apertura del video. Ero stata brutalmente tagliata, scena ridotta a qualche secondo!

Arriva maggio e decido di partire alla volta di Cannes. Era la prima volta che andavo ad un festival così grande e importante: attori, attrici, registi, produttori, donne estremamente belle, papponi...  Avevo mal di occhi per l’eccessivo sberluccichio di tutto quel lusso. Ma ciò che mi ha veramente colpito è stato vedere il lavoro di mesi di un intero team di persone, finalmente assemblato in un’opera d’arte maestosa e finita.

Sono uscita dalla proiezione del film con gli occhi un po’ inumiditi: forse l’emozione di aver preso parte a questo grande capolavoro, forse la bellezza infinita di Roma che Sorrentino e’ riuscito a catturare con grande maestria.

Una persona alla quale tengo molto mi ha fatto riflettere su una frase che il protagonista del film aveva pronunciato: “La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compito 65 anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare…”

Per me questa frase è forse la chiave di una felicità vera, troppo spesso nascosta sotto a un mondo fasullo. Ecco per me la grande lezione de “La Grande Bellezza”.

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Plaster cast signed by Paolo Sorrentino

Description & Interview: Sara Waka

Edited by: Federica Forte