Dai sarcofagi egizi a Jeff Koons, fare il giro del mondo dell’arte in un solo giorno è possibile! Dove? A Frieze Art Fair !

Come ogni anno in ottobre, i protagonisti del mondo dell’arte si danno appuntamento a Londra per qualche giorno in occasione della Frieze Art Fair. Dal collezionista multimiliardario, al gallerista di fama internazionale, dalle star dello show-biz al semplice appassionato di arte, tutti accorrono con eccitazione e curiosità nella capitale britannica.

Ma da dove nasce quella che è una delle più grandi e importanti fiere di arte al mondo? Frieze Art Fair, la cui prima edizione si è tenuta a Londra nel 2003, discende dell’omonima rivista, Frieze Magazine, consacrata alla creazione di una cultura contemporanea. Oggigiórno la fiera – che ha anche da qualche anno una “succursale” a New York in maggio – si divide in due sezioni principali : Frieze Masters è la parte più lussuosa che riunisce rinomati galleristi internazionali e opere preziosissime di tutte le epoche: dalle sculture bizantine e mappe del XVII secolo, alle tele di Andy Warhol e Lucio Fontana… C’è poi Frieze London, vero e proprio regno della creazione contemporanea con oltre 1.000 artisti esposti, la maggior parte giovani talenti tra cui si nascondono forse i prossimi Picasso e Jeff Koons.

Facendo una passeggiata bucolica di una decina di minuti tra un padiglione e l’altro, è possibile ammirare Frieze sculpture, una sorta di mostra-fiera di sculture a cielo aperto nel quadro verdeggiante e molto British di Regent’s Park.

L’edizione 2017 di Frieze ha numeri da capogiro: 275 gallerie, 6.000 anni di storia dell’arte (da una mummia del VII secolo a.C a creazioni fresche fresche del 2017), più di 5.000 metri quadri di superficie e quasi 70.000 visitatori. Un vero exploit!

Quando abbiamo ricevuto l’invito, noi di Wakapedia non abbiamo esitato un attimo a farci questa full imersion di arte per qualche giorno. In più, ciliegina sulla torta, siamo state ospitate al The Curtain, un hotel troppo cool in pieno cuore di Shoreditch, quartiere tra i più trendy e ricercati di Londra. Nella nostra stanza 5 stelle, tutto era pensato per farci sentire vere rockstar: dai poster di grandi gruppi musicali del passato –David Bowie, The Cure, Pink Floydalla sauna incorporata nella doccia (perfetta per eliminare le tossine l’indomani di una notte in discoteca), un love kit (2 preservativi,1 lubrificante,1 vibratore…) e un hangover kit (spazzolino, crema occhi, colluttorio…) pronti all’uso sul comodino. Insomma, ci è sembrato che quella stanza fosse stata creata apposta per noi! Ma, anche se la tentazione di godersi tutti quei confort e non varcare la soglia è stata alquanto forte, la voglia di esplorare Frieze ha trionfato!

Partecipare a questo tipo di eventi è estremamente entusiasmante per varie ragioni: in primis perché si rivedono artisti studiati sui banchi di scuola o se ne scoprono altri il cui lavoro è incredibilmente stimolante. Poi in queste situazioni si è portati a riflettere o a emozionarsi, osservando il lavoro degli artisti, scoprendone la storia e i segreti… soprattutto quando si ha il tempo e il privilegio di avere spiegazioni extra dai loro galleristi, come abbiamo fatto noi. Ecco quindi la nostra selezione, originale e non esaustiva, di Frieze Art Fair 2017!

A Frieze Masters

Tomaso Binga – Galleria Tiziana di Caro, Napoli

Tomaso Binga è uno pseudonimo. Il vero nome di quest’artista è infatti Bianca Pucciarelli, un’artista donna che scelse, negli anni 70, un nome maschile per denunciare come il mondo dell’arte fosse ancora di dominio degli uomini. Scelse di chiamarsi Tomaso in omaggio a Marinetti, fondatore del futurismo che tanto ammirava, e Binga, che altro non è che il suo nome, Bianca, ma come lo pronunciava storpiandolo quando era solo una bambina. Di quest’artista, che nelle sue creazioni gioca con il corpo, con le parole e il loro genere, ci ha colpito un’opera in particolate. “Ti scrivo solo di domenica” sono 52 lettere (come le 52 domeniche di quell’anno, il 1977) dedicate a un’amica immaginaria, o a un alter ego dell’artista stessa, come spiega la gallerista. E perché mai scrivere solo di domenica? Perché è l’unico giorno “femminile” della settimana purtroppo, nel quale le donne possono dedicare più tempo a loro stesse; una ristrettezza di parole che è, forse, specchio di una minoranza sociale.

 Cosa ci ha colpito? Di questa artista ci è piaciuto l’ironiae la capacità di riflettere con poesia e leggerezza su tematiche grande attualità e importanza.

Shusaku Arakawa – Galleria Massimo Minini, Brescia

Nato nel 1936 in Giappone, dove ha lavorato per un gruppo Neodada, Arakawa partì nel 1961 alla volta di New York. La leggenda narra avesse in tasca solo 14 dollari e il numero di Marcel Duchamp. Arrivato nella Grande Mela, contattò Duchamp che, da lì in poi, divenne il suo mentore e influenzò una gran parte delle sue opere, soprattutto degli anni 60, quando tentava di immortalare il movimento sulla tela. A New York incontrò anche l’amore. Sua moglie Medeline lavorava come architetto e insieme idearono edifici originali e coloratissimi – quasi fossero dei Luna Park- nei sobborghi di Tokyo. Alla morte di Arakawa nel 2010, è stata creata una Fondazioneper recuperare i suoi archivi, preservare e studiare i suoi insegnamenti. Oggi le sue creazioni sono nelle più importanti collezioni, private e pubbliche, del mondo intero: da Gagosian a Yvon Lambert, dal MoMA di New York al Centre Pompidou di Parigi.Una bella storia di Cenerentolo del mondo dell’arte.

Cosa ci ha colpito? Shusaku è un giapponese che osa. Che osa partire senza un soldo in tasca, che osa il colore nelle periferie, che osa il movimento su una tela piatta. Un giapponese che grazie al suo coraggio e alla sua creatività è andato lontano. Insomma, un guru da imitare

A Frieze London

Renate Bertlmann – Richard Saltoun, Londra

Quest’artista fa parte della sezione “Sex Work: Feminist Art & Radical Politics”, un focus tematico che la curatrice indipendente Alison Gingeras ha ideato per l’edizione 2017 di Frieze e in cui esplora tematiche forti come la sessualità, il femminismo e le questioni di genere. Per Sex Work, la Galleria Richard Saltoun presenta un insieme di creazioni multimedia di Renate Bertlmann, artista austriaca femminista e trasgressiva attiva sulla scena artistica fin dagli anni ‘60. Renata Bertlmann riflette surgli stereotipi sociali “maschile” vs “femminile” attraverso oggetti feticisti e spesso provocatori – vibratori, preservativi, ciucci, bambole…- che vogliono sovvertire le aspettative del pubblico.

Cosa ci ha colpito? La bambolina falliforme che girava su se stessa come un carillon o il dildo incastrato in un cactus. Opere che non passano di certo inosservate, anzi, sono state di certo tra le più instagrammate della fiera!

Evgeny Antufiev – Galleria Emalin, Londra

Questa recente galleria, che partecipa per la prima volta a Frieze, ci é piaciuta per la sua freschezza e originalità. Fin dall’ingresso, un’ enorme bocca da mostro in guisa di porta attira lo sguardo dei visitatori. I più temerari, che osano entrare, scoprono una storta di Wunderkammer tra cui spiccano le opere di Evgeny Antufiev, artista russo trentatrenne dal linguaggio ironico e accattivante. Antufiev intaglia legno, ossa e impiega tessuti tradizionali russi in assemblaggi che flirtano col Kitsch. Se le sue opere si ispirano all’estetica delle culture arcaiche o shamaniche, le sue maschere e statue rimandano con ironia anche alla cultura popolare attuale, dallo smile delle emoticons alle marionette.

Cosa ci ha colpito? L’entusiasmo dei giovani fondatori di questa galleria, Leopold Thun e Angelina Volk, nell’affrontare la loro prima edizione a Frieze; e la scelta di un artista altrettanto giovane e accattivante. Scelta vincente che é stata ripagata con un inatteso “sold out”. Della serie: “Dare spazio ai giovani paga”!

Description & Interview: Sara Waka

Edited by: Federica Forte